Appunti su una Scuola di Forlì all'Inizio del Novecento
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DALLA MICROSTORIA ALLA MACROSTORIA

Sede G.I.L.
Cesare Valle, Prospettiva del fronte su viale Mussolini,
1933, ASFo, ASCFo.

1) Nei registri campione del 1941-46 emergono alcune situazioni relative all'epoca storica: per esempio all'atto dell'iscrizione viene richiesto alle allieve il numero di tessera G.I.L. comprovante l'appartenenza alla Gioventù Italiana del Littorio.

Gioventù italiana del Littorio (GIL)
"Fondata il 27 ottobre 1937, inquadrava in un ordinamento di ispirazione paramilitare le organizzazioni che raccoglievano i giovani dai 6 ai 21 anni, precedentemente dipendenti dall'Opera nazionale Balilla e dai Fasci giovanili di combattimento. Fu posta alle dirette dipendenze del segretario del PNF, suo comandante supremo. In poco tempo raggiunse quasi 8 milioni di iscritti. Gli aderenti, che obbedivano al motto "credere, obbedire, combattere", dovevano giurare di difendere col sangue la causa della rivoluzione fascista. Si occupava sia di preparazione militare e sportiva dei giovani, sia di attività culturali.
A Forlì la G.I.L. si trovava in viale Mussolini ora viale della Libertà nel palazzo attualmente sede del cinema Odeon."

2) Il potenziamento delle materie prettamente femminili ci ha spinto a fare una indagine sulle disposizioni di legge del fascismo contro il lavoro femminile e l'istruzione delle donne. Abbiamo consultato il testo di Antonietta Maciocchi "La donna nera" pagg. 62-73 dal quale emerge che i salari femminili con Decreto 20/01/1927 vengono abbassati alla metà dei corrispondenti salari maschili. Col Decreto del 30/01/27 le donne vengono escluse dall'insegnamento delle lettere e della filosofia nei licei. Con le disposizioni di legge contro l'istruzione delle donne del 1928, le donne non possono più essere nominate dirigenti di istituti medi per decreto: le studentesse devono pagare doppie tasse nelle scuole e nelle università.
Con un Regio Decreto legge del 28/11/1933 Mussolini in persona autorizza concorsi per pubblici impieghi dai quali siano escluse le donne con la motivazione che "essendo le donne destinate alla famiglia, difficilmente potrebbero conciliare il dovere dell'ufficio con quello della maternità".

Il Decreto legge del 1/9/1938 riduceva l'assunzione del personale femminile nei pubblici impieghi al 10 per cento. La depressione economica degli anni 30, aveva portato i fascisti a reagire operando licenziamenti di massa fra le donne. Le donne fasciste delle varie organizzazioni non contestarono, ma si diedero da fare per giustificare il provvedimento.

3) Compare come nuova disciplina la religione dopo i Patti Lateranensi dell'11 febbraio 1929.

4) Il potenziamento delle materie prettamente "femminili" quali economia domestica, lavori femminili, igiene, pedagogia… contribuisce alla formazione della donna fascista moglie e madre anche se "proprio nella demografia il duce trovava, fin dal 1934, amare, enormi delusioni. La popolazione non solo non aumentava, ma diminuiva; nel 1934 si era scesi ad una natalità del 23,4 per mille, nei confronti di una natalità del 27,5 per mille nel 1927."

Il concordato


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